Ispirazione:

Le immagini e l'iconografia di Paltò si dirigono verso le emozioni della pellicola cinematografica. E' il mondo del cinema, con le sue storie e i suoi volti, ad aver reso protagonista questo capo, rendendolo eterno. E qui Paltò rivolge sguardo e ispirazione. 

E le immagini della collezione scorrono sulla figura mitica di Marlon Brando, indimenticabile in “Ultimo tango a Parigi”, allo charme irraggiungibile di Alain Delon in “La prima notte di quiete” o alla maestria con cui Visconti descrisse la figura di Burt Lancaster in “Gruppo di famiglia in un interno”. Il cappotto nel cinema è anche Donna. E affiorano come dipinti struggenti le immagini di Greta Garbo in “Anna Karenina”, la Mangano de “La Grande Guerra” o la dolcezza di Giulietta Masina” de “La Strada”. E ancora, Mastroianni e Jean Paul Belmondo, James Dean e Eastwood.

Un heritage senza tempo, infinito, riposto nel cuore dell'umanità, le cui voci ed evocazioni fanno da guida a Paltò e alle sue maestranze

 

Significato:

“Paltò s. m. [maschile e femminile, detto con voce ital. «Fabbrica del Cappotto»]. - Soprabito, concetto essenziale e indispensabile, simbo-lo distintivo di eleganza ed esclusività di cui non si può fare a meno (pro-tegge, riscalda, rassicura). La tradizione sartoriale italiana unita alla ricerca e all’innovazione di tagli e materiali, dal “design inconfondibile”.

 

LA FABBRICA DI PALTÒ

La fabbrica di Paltò è da sempre considerata luogo di culto per gli amanti dell’artigianalità e della sartorialità.

Ereditata e restaurata dalla famiglia Paganelli, prima era la sede di un importante sartoria locale. Denominata anche La fabbrica del Cappotto, è caratterizzata da una serie di elementi che la legano in modo univoco al marchio.