“Paltò s. m. [maschile e femminile, detto con voce ital. «Fabbrica del Cappotto»]. - Soprabito, concetto essenziale e indispensabile, simbolo distintivo di eleganza ed esclusività di cui non si può fare a meno (protegge, riscalda, rassicura). La tradizione sartoriale italiana unita alla ricerca e all’innovazione di tagli e materiali, dal “design inconfondibile”.

ORIGINE E SIGNIFICATO

Con il tempo il cappotto venne sempre più considerato un qualcosa di prezioso, da conservare nel tempo, la cui scelta rappresentava un evento unico da condividere con tutta la famiglia. Ben presto divenne inoltre strumento di valorizzazione della figura maschile e femminile, simbolo distintivo di eleganza ed esclusività. In realtà l’immagine del paltò non assume solo una connotazione formale e raffinata. Esso rappresenta l’involucro che protegge chi lo indossa da un ambiente a volte ostile, che costituisce uno scudo che difende la persona dal mondo esterno.

LA FABBRICA DEL CAPPOTTO

Paltò si propone sul mercato come la Fabbrica del cappotto. Obiettivo ed anima del progetto è il recupero dei valori, spesso dimenticati, del vestire italiano i cui simboli principali sono tradizione, eleganza ed esclusività. Più in particolare, Paltò rivisita gli elementi propri dell’italianità più vera: stile, sartorialità, materiali ricercati e dettagli artigianali, aggiornati e personalizzati, secondo le particolarità e le esigenze della società moderna.

La fabbrica di Paltò è da sempre considerata luogo di culto per gli amanti dell’artigianalità e della sartorialità. Ereditata e restaurata dalla famiglia Paganelli, prima era la sede di un importante sartoria locale. Denominata anche La fabbrica del Cappotto, è caratterizzata da una serie di elementi che la legano in modo univoco al marchio.

ISPIRAZIONE

Le immagini e l'iconografia di Paltò si dirigono verso le emozioni della pellicola cinematografica. E' il mondo del cinema, con le sue storie e i suoi volti, ad aver reso protagonista questo capo, rendendolo eterno. E qui Paltò rivolge sguardo e ispirazione.

E le immagini della collezione scorrono sulla figura mitica di Marlon Brando, indimenticabile in “Ultimo tango a Parigi”, allo charme irraggiungibile di Alain Delon in “La prima notte di quiete” o alla maestria con cui Visconti descrisse la figura di Burt Lancaster in “Gruppo di famiglia in un interno”. Il cappotto nel cinema è anche Donna. E affiorano come dipinti struggenti le immagini di Greta Garbo in “Anna Karenina”, la Mangano de “La Grande Guerra” o la dolcezza di Giulietta Masina” de “La Strada”. E ancora, Mastroianni e Jean Paul Belmondo, James Dean e Eastwood.

Un heritage senza tempo, infinito, riposto nel cuore dell'umanità, le cui voci ed evocazioni fanno da guida a Paltò e alle sue maestranze.

Con il tempo il cappotto venne sempre più considerato un qualcosa di prezioso, da conservare nel tempo, la cui scelta rappresentava un evento unico da condividere con tutta la famiglia. Ben presto divenne inoltre strumento di valorizzazione della figura maschile e femminile, simbolo distintivo di eleganza ed esclusività. In realtà l’immagine del paltò non assume solo una connotazione formale e raffinata. Esso rappresenta l’involucro che protegge chi lo indossa da un ambiente a volte ostile, che costituisce uno scudo che difende la persona dal mondo esterno” 

Obiettivo ed anima di Paltò è il recupero dei valori, spesso dimenticati, del vestire italiano i cui simboli principali sono tradizione, eleganza ed esclusività. Più in particolare, Paltò rivisita gli elementi propri dell'italianità più vera: stile, sartorialità, materiali ricercati e dettagli artigianali, aggiornati e personalizzati, secondo le particolarità e le esigenze della società moderna.